In passato Viterbo era conosciuta come la città delle cento fontane (oltre che delle cento torri, ma di questo parleremo un’altra volta ).
Di acqua in città non ne mancava: rivoli abbondanti alimentavano fontanili e sorgenti; artisti e scalpellini si sbizzarrivano nel creare eleganti forme di peperino intorno a cui si radunavano i bambini a giocare e le donne con le brocche per scambiarsi gli ultimi pettegolezzi. Fontane che sono fortunatamente giunte fino a noi, preziose testimonianze della storia e del passato.
Quella che vedete nella foto, scattata dalla loggia della Rocca Albornoz, è la maestosa Fontana di piazza della Rocca, che domina silenziosa l’ampio spazio antistante decorato da lampioni d’epoca.
La fontana di oggi è il risultato di lavori e modifiche: la sua versione originaria, ben più modesta, era di origine medievale e si chiamava fontana di San Pietro alla Rocca. Nel Cinquecento, per volontà del cardinal Alessandro Farnese, l’antica fontana venne sostituita da una nuova, progettata dal Vignola, famoso architetto che in quello stesso periodo stava lavorando alla ristrutturazione del superbo Palazzo Farnese a Caprarola.
Il Vignola pensò ad una maestosa fontana contenuta in una struttura ad ottagono, sopraelevata su quattro lati a gradini, costituita da tre vasche, una ottagonale e due circolari. In cima, una pigna racchiusa tra i petali di un giglio, lo stemma della famiglia Farnese. In pratica, il Vignola pensò alla fontana così come la vediamo oggi. L’ampio spazio pedonale attuale impedisce giustamente alla Fontana di rimanere stretta dall’ingorgo del traffico veicolare.
Per apprezzarne a pieno le sue linee eleganti vale la pena di parcheggiare l’auto e di avvicinarsi a piedi. E magari continuare nel cammino all’interno del centro storico per trovare ad una ad una le altre mirabili fontane che abbelliscono la nostra città.