La piazza principale di Bagnaia è dominata dalla torre dell’orologio, che svetta imponente tra il Palazzo Ducale e l’arco d’accesso al centro storico chiuso tra le mura.
All’interno della torre un’incisione data la costruzione della stessa al 1221, anche se alcuni studi ne stanno rivedendo la datazione, oppure sospettano che essa abbia potuto avere diverse fasi costruttive nel tempo.
La torre ha solo una piccola finestra utile ad illuminare i locali interni alla base e, dall’assenza di altre finestre, possiamo evincere il carattere prettamente difensivo della costruzione stessa; carattere difensivo che salvò il paesello di Bagnaia, in una delle sue storie che oggi confonde i fatti storici con la leggenda.

Nel 1527 l’esercito mercenario dell’imperatore Carlo V, composto dai cosiddetti Lanzichenecchi, si riversò sulla città di Roma che fu saccheggiata per otto lunghissimi giorni. Questi mercenari erano famosi per la crudeltà e la freddezza che mostravano verso il nemico e gli sconfitti; si può ben immaginare il clima di terrore nel quale vissero i romani e tutti gli abitanti del territorio accanto, Viterbo con i suoi piccoli borghi compresa.

Infine, e qui la storia inizia a sfumarsi con la leggenda, il 20 febbraio del 1528 l’esercito arrivò nel piccolo borgo di Bagnaia e lo cinse d’assedio. Dentro le mura non erano rimaste che donne, vecchi e bambini, visto che gli uomini adatti alle armi erano stati arruolati nelle truppe pontificie del cardinale Egidio da Viterbo. Il paese era quindi privo di difese. Oppure no?Le donne bagnaiole non si lasciarono nemmeno per un momento scorare dall’angosciosa situazione ma anzi, si misero di buona lena a preparare la difensiva e, invocando la Madonna de la Quercia alla quale erano particolarmente devote, si prepararono ad affrontare gli sgherri in arrivo.

Tra queste donne forti e volitive emerse una paesana, una giovane passata alla storia come Pucciarella, che dalla torre scagliò un mortaio di pietra proprio sul capo del comandante dei mercenari. Lo ammazzò sul colpo e questo provocò lo sbandamento della marmaglia. Bagnaia era salva.

A ricordo dell’impresa e dello scampato pericolo furono affisse sulla torre, ancora oggi presenti, una targa per commemorare l’evento e un busto marmoreo raffigurante quelle che si credono essere le fattezze della salvatrice. Dal 1528 in poi, ancora oggi, il secondo giorno dopo la Pasqua, i bagnaioli affrontano la processione verso il Santuario della Madonna de La Quercia per ringraziarla di aver salvato le mura paesane e le vite dei cittadini.

L’orologio invece, detto dai bagnaioli “e Piticone” fu montato nel XVI secolo e da allora governa i ritmi di una vita paesana che non è stata ancora trascinata via dalla sveltezza coeva

Anonimo

Scritto da:

Viola Vagnoni

Nella vita vorrei fare tre cose: dormire, mangiare e vedere/leggere fiction.
Se però mi trovate qui vuol dire che ne ho aggiunta una quarta ovverosia scrivicchiare.
Mi pare lapalissiano che non volevo farlo ma la vita è per la maggior parte composta da cose che non si vogliono fare.
Ci sono poi state anche altre aggiunte fastidiose alla sacra triade: una laurea in filologia moderna, un lavoro a tempo pieno, una casa da gestire (male), la fantasticheria buffa di voler fare la professorona.
Ma chi me lo fa fare di alzarmi la mattina, guardate.