Halloween, la festa degli spiriti che tornano a camminare sulla terra. Dolcetto o scherzetto? Niente di tutto ciò. Avete voglia di ascoltare una storia tenebrosa di casa nostra? Però non aspettatevi il lieto fine. Non sempre le favole finiscono con un “… e vissero felici e contenti”. Mettetevi comodi, magari davanti a un bella tazza di caffè, e ascoltate.

C’era una volta… c’era una volta un duca che si chiamava Giovanni. Aveva ottenuto dal destino tutto ciò che un uomo potesse desiderare: ricchezza, potere, e l’amore di una donna bellissima di nome Violante. Tanta fortuna avrebbe dovuto renderlo compassionevole e pietoso nei confronti del prossimo; invece Giovanni era arrogante e crudele, e non risparmiava umiliazioni alla devota moglie, che malgrado tutto lo amava teneramente e stava per renderlo padre per la terza volta. Il duca dimorava nello splendido Castello che ancora oggi domina l’abitato di Soriano nel Cimino, ma aveva preteso che la consorte trascorresse la sua gravidanza a Gallese.

Violante soffriva terribilmente per la freddezza del marito, e passava le giornate a piangere e a sfogarsi con l’unico amico che aveva, il suo maestro di camera Marcello. Il quale voleva sinceramente bene a quella sfortunata duchessa, ascoltava i suoi lunghi monologhi pieni di rammarico e di dolore, e a volte era lui stesso a confidare a lei le proprie pene d’amore. Era innamorato della damigella di compagnia Diana, una ragazza volubile che amava tenerlo sulla corda.

Un giorno Violante venne importunata pesantemente dal cognato Carlo. Questi si era invaghito di lei e incurante della parentela e del suo stato di gravidanza, aveva tentato di possederla con la forza. Con garbo e fermezza, Violante era riuscita a respingerlo, ma incollerito per essere stato rifiutato in modo definitivo, Carlo organizzò la sua vendetta. Insinuò malvagiamente nel fratello Giovanni il dubbio che la moglie lo tradisse con il suo maestro di camera. Il duca, che non poteva minimamente tollerare l’idea di un tradimento, cominciò a far controllare i movimenti della moglie, e qualcuno gli riferì che, effettivamente, Marcello trascorreva molto tempo in compagnia della dama.

Allora Marcello venne arrestato e rinchiuso nei sotterranei del castello di Soriano, dove venne selvaggiamente torturato. Ma nonostante le sevizie continuò a difendere l’onore di donna Violante, donna degna di infinito rispetto, e ammise di essere innamorato, sì, ma della damigella Diana. La quale allora fu portata al cospetto del duca e interrogata: terrorizzata dal tono inquisitorio del suo signore, negò tutto. La tragedia era ormai inevitabile.

Fu lo stesso duca Giovanni a giustiziare Marcello con ventisette pugnalate. E la povera Violante non ebbe miglior sorte: per ordine dell’implacabile marito, fu fatta strangolare nel castello di Gallese, malgrado fosse incinta di sei mesi.

Da allora, nelle calde notti estive, qualcuno giura di udire lamenti, sospiri e gemiti disperati nei sotterranei del castello di Soriano. È il fantasma di Marcello, che dopo più di quattrocento anni non trova ancora pace e piange per la morte della sua bella e triste amica. Il fenomeno è giunto all’orecchio di alcuni studiosi appassionati di paranormale, che hanno effettuato registrazioni e analisi sul posto.

L’infelice storia di Marcello e di Violante è accaduta realmente. Giovanni Carafa, creato duca di Paliano dallo zio GianPietro Carafa – asceso al trono pontificio nel 1555 col nome di papa Paolo IV – fu accusato di aver fatto uccidere la moglie Violante Diaz Garlon e il presunto amante di lei Marcello Capece. La vicenda, narrata in un manoscritto italiano del 1566, avrebbe potuto essere fonte di ispirazione per William Shakespeare: chi non ha pensato leggendola all’altrettanto amara vicenda di Otello, Jago e Desdemona? A trarne un racconto fu invece il grande scrittore francese Stendhal, che nel 1838 scrisse “La duchessa di Paliano”.

La foto è tratta da www.latuaetruria.it

Anonimo

Scritto da:

Donatella Agostini

Imparare cose nuove è il mio filo conduttore, darmi sempre nuovi obiettivi la mia caratteristica fondamentale. Valorizzare la terra in cui vivo è il mio progetto attuale.