Dall’alba dei tempi l’essere umano ha scritto, riflettuto, dipinto, parlato d’amore; io purtroppo non ho le capacità per farlo a modo, non riuscirei nemmeno a farlo mediocremente, figuriamoci a farlo bene.
Per questo preferisco parlarvi di questa fontana che, nel paese di Bagnaia, l’amore lo rappresenta.
Si chiama ufficialmente “Catena del Gambero” ma in paese tutti la conoscono come la “Catena dell’amore”.
Intere generazioni di neosposi sono venuti qui, il giorno del matrimonio, a scattare il servizio fotografico: la sposa da un lato della catena e lo sposo dal lato opposto; le mani devono incontrarsi al centro, stringersi e bagnarsi un pochino con l’acqua che scorre nella sua veloce discesa. Si tratta di un rito importante, che suggella definitivamente l’avvenuta unione matrimoniale.
Io non sono sposata ma spesso ho intinto le mani nella fontana con la mia mamma o il mio babbo, qualche foto la ho anche con mia sorella. Questo perché l’amore comprende tutti, non è solo quello tra innamorati e la Catena dell’amore non attua separazioni di sorta.
Meno romanticamente invece la fontana è il simbolo del potere del Cardinal Gambara: l’acqua infatti inizia a sgorgare da un gambero e crea questa cascata racchiusa tra argini di peperino che formano volute e che si agganciano le une alle altre; l’acqua finirà poi nella Fontana dei Giganti, posta più in basso rispetto alla catena, e così via fino all’ultima delle fontane del giardino di Villa Lante.