Potrei iniziare con il celebre “c’era una volta, in quella che oggi è la città di Viterbo…” o con “In un tempo lontano sorgeva…”
Voglio essere molto concreta, oggi è la storia che parla, non le narrazioni romanzate a cui vi ho abituato da tempo, faccio parlare i luoghi.
Su quello che noi oggi comunemente chiamiamo Colle del Duomo, per via dell’ubicazione della splendida Cattedrale, un tempo molto lontano sorgeva il borgo o il villaggio per essere più precisi di Surrina.
Esso apparteneva alla potente lucomonia di Tarquinia. Questo nome altro non è che un teonimo, ossia un nome derivato dalla divinità etrusca di Suri, una divinità degli inferi che veniva evocata nelle emergenze termali che avvenivano nella zona del Bullicame.
Come poi venne abbandonato il sito, posto in una così bella posizione, la cosa ancora risulta oscura. Molti affermano che gli abitanti stanchi del luogo, bello sì, ma anche molto defilato, si spostarono durante il periodo della Pax Romana per trasferirsi lungo il tracciato della consolare Cassia, dove fondarono nuovi centri abitati.
In quei nuovi luoghi vide i suoi natali Surrina Nova, ubicata dove oggi è il quartiere Riello. Vi domanderete a questo punto: ” Cosa avvenne nel luogo abbandonato dai primi “Surrini”? Sembrerebbe, facendo riferimento ai pochi reperti archeologici risalenti alla dominazione romana, che quell’area non ospitò attività umane di grande rilevanza. Anni fa mi sono presa la briga di consultare la famosa Tabula Peutingeriana alla ricerca di luoghi che potrebbero far pensare a dei centri di grandi dimensioni in corrispondenza di Viterbo, ma non sono indicati.
Certo è che i luoghi che tutti i giorni calpestiamo mentre distratti ci rechiamo al lavoro, a scuola o per incontrare i nostri amici del cuore, sono luoghi pieni di storia. Quella storia che ci dovrebbe far riflettere sulla fortuna di vivere in luoghi così importanti.