Carolino guardò verso il cielo e distrattamente pensò che quelle grosse nuvole cariche d’acqua non avrebbero promesso nulla di buono per quel giorno. Chiuse gli occhi per un attimo quando un fulmine rischiarò l’orizzonte e attese, come fanno i bambini, l’arrivo cupo del tuono.
Dopo aver dato un’ultima occhiata alla strada deserta si avviò, come tutte le mattine, verso la sua stanza, lì lo attendeva il cavalletto e i suoi colori.
Mentre camminava a testa bassa e con le spalle curve ripensava alle parole del committente.” Voglio una Madonna talmente bella da far invidia ai romani. La voglio candida e solenne, e col bambino in braccio”.
A Carolino risuonavano in testa quelle parole dalla mattina prima, da quando era tornato da Orte con quella bella commissione.
Giunto davanti alla porta la sua l’attenzione fu rapita da una bella immagine riflessa nel tappo della botte pieno d’acqua. Un sussulto lo colse e guardò meglio, doveva fare attenzione a non coprire con il suo corpo lo specchio d’acqua. Il volto di una bella ragazza dalle purpuree gote lo guardava con occhi socchiusi. Balzò indietro. Udì un rumore di passi veloci provenienti da sopra il muro di contenimento, poi una grossa goccia increspò l’acqua e l’immagine sparì tra i cerchi concentrici.
Intanto le nuvole in cielo erano sparite e un tiepido sole riscaldava la terra bagnata.
Carolino aveva visto la sua candida Madonna. Aprì l’uscio e con la matita tracciò le prime linee.
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Con questo piccolo racconto voglio iniziare un nuovo ciclo dedicato ai personaggi illustri di Viterbo.
Carolino da Viterbo fu un pittore viterbese, sappiamo della sua esistenza grazie ad una tavola conservata presso il Museo Diocesano di Orte , ai piedi della Vergine assisa in trono con il bambino in braccio vi è riportata l’iscrizione ” MCCCC Carolinus de Viterbo pinxit LXXXVIII” Il pittore fu attivo intorno all’anno 1478, le figure dipinte sono quattro e sono ascrivibili per fattezze con la pittura tardogotica di applicazione romana. I visi sono ovali con ampie gote, i colori sono tenui e marcati con tonalità di rosa pesco, le movenze sono poco articolate.
Nel museo di Cleveland è custodita un ‘altra tavola attribuita al pittore.
Come per altri pittori sfortunatamente non si hanno notizie biografiche certe, si può solo ipotizzare che Carolino lavorò nelle botteghe romane.