Ogni abitante del capoluogo della Tuscia o qualunque turista abbia modo di visitare la nostra città saprà per certo che Viterbo, nel corso del XIII secolo, è stata sede della curia pontificia. Nel contesto della secolare lotta tra papato e impero si ricorda ovviamente la figura dell’imperatore Federico II che nel 1240, durante un soggiorno in città e dopo aver ottenuto giuramento di fedeltà dalle autorità viterbesi, concesse a Viterbo il diritto di battere moneta.
Dai documenti sembra che la zecca non abbia approfittato subito della situazione, poiché iniziò a coniare moneta solo a partire dal 1257: nacque così il denaro viterbese, il cosiddetto “viterbino minuto”.
Negli anni seguenti a Viterbo vennero coniate tante monete da autorità emittenti diverse: tra tutte, si ricordano le prime monete di Sede Vacante, in occasione del Primo Conclave della storia dei Papi (1268-1271); inoltre, Benedetto XI fu il primo Papa ad utilizzare la zecca di Viterbo con titolatura emittente, facendo coniare dei viterbini.
Per lunghissimi anni (dall’inizio del XVI secolo alla fine del XIX) la zecca non batté monete; probabilmente l’ultimo episodio risale all’incendio di Ronciglione da parte dei giacobini francesi, anche se stando a studi recenti sembra che il lavoro della zecca viterbese si sia interrotto prima.
In ogni caso, se qualcuno inconsapevolmente si offrisse di pagarvi con questa piccola moneta un po’ vecchia e malandata, rinunciate alla tentazione di mandarlo al diavolo e accettate volentieri il prezzo stabilito dal vostro interlocutore; insomma, siate un po’ come Gollum nel romanzo fantasy “Il signore degli Anelli”!!!
Foto tratta dal sito www.deamoneta.com.