Oggi vi voglio portare in un luogo molto bello, un luogo che in questi giorni ha messo l’abito della festa, Soriano nel Cimino. Esso è ubicato a 15 Km da Viterbo ed è il comune più grande del comprensorio dei Monti Cimini; oltre ad essere un luogo interessante per via delle sue bellezze naturali, è anche ricco di storia.
Lo storico romano del I secolo, Tito Livio, nella sua cronaca “Ab Urbe Condita” afferma che nel 443 a.C. Soriano fu invaso dalle milizie romane al cui comando vi era il vigoroso Quinto Fabio Massimo Rulliano; l’invasione era prodroma alla battaglia contro il nemico giurato dei Romani di quei tempi, gli Etruschi.
Passò molta aria tra le cime svettanti dei faggi, fino a quando nel III secolo d.C. arrivò in quelle zone, proveniente da Ferento, un uomo, divenuto poi Santo. Il suo nome era Eutizio e portò la buona novella a tutti gli abitanti, con opere persuasive e grande impegno evangelizzò quei popoli.
Nel 728 il longobardo Liutprando decise di donare quei territori, unitamente a quelli di Orte, Gallese, Blera, Bomarzo e Sutri, a papa Gregorio II, creando così un primo nucleo di quello che diventò poi lo Stato Pontificio.
Facciamo un salto di qualche anno.
Nel Medioevo si costituì attorno alla Torre-fortezze di proprietà della famiglia Guastapane e Pandolfo, una vivace comunità.
Nel 1250 i guelfi accolsero Rosa da Viterbo, esule per volontà di Federico II, naturalmente ghibellino!
Dopo i Pandolfo arrivarono a Soriano gli Orsini, era il 1277.
Vivace fu la vita nel Rinascimento grazie alla presenza del Cardinal Madruzzo, di origine trentina: egli fece restaurare la Rocca ed edificò la bella villa Papacqua, conosciuta poi come palazzo Ghigi-Albani.
Se in questo fine settimana e nel prossimo vi troverete a passare per queste zone, fermatevi, l’odore delle castagne arrostite vi guiderà in un borgo festoso, fatto di luoghi suggestivi e di bandiere al vento, fatto di ottima enogastronomia locale e di rievocazioni storiche.
Foto prese dal sito: wwwtesoriditaliamagazine.it