Quel 17 gennaio del 1944…la tragedia
Seduta davanti al mio portatile, mentre riordino pensieri sparsi, mi ritornano in mente le parole di una anziana signora:
“Vede Signorì, siamo gente abituata a tutto. La guerra ci ha forgiati battendoci sul’incudine della vita. Vede Signorì, quello che per voi oggi è normale per noi era una gran conquista”.
Gli angoli della bocca piegati verso l’alto, le mani, ormai rigate da mille linee, poggiate sulla coperta a quadri e due occhietti vivi, guizzanti, che ora incontravano i miei, ora si perdevano nel vuoto del ricordo.
“Vede Signorì, la guerra, sì la guerra, proprio lei, ci ha resi forti, ci ha resi umani. Sì proprio umani, essa che di umano non ha nulla. Essa che distrugge, piega, assorda, fa tremare anche quando il sole è alto nel cielo. La guerra maledetta che allontana chi dovrebbe starti vicino, che riempie i cimiteri e fa piangere le madri. Ecco Signorì, io l’ho provata, l’ho sentita, l’ho odorata, l’ho toccata come si tocca un malato, con la stessa titubanza, la stessa paura”.
Gli occhi fissi su di me, poco più che adolescente.
” Vede Signorì, mi ricordo di quel giorno, era gennaio, faceva freddo, il vento mi saliva su per le gambe nude. La sirena, la fronte di mia madre imperlata di sudore, il canovaccio in mano, la sua mano veloce che strinse la mia, e giù di corsa a capofitto verso il rifugio”
…
Le quattro sirene anti aereo situate alla Ceramica, in via dell’ Orologio Vecchio , a San Pellegrino e in piazza della Rocca suonarono ben 700 volte durante il breve lasso di tempo di 10 mesi, quelli dal luglio 1943 al maggio 1944.
Il 17 gennaio 1944 alle ore 13:15 (13:16) 50 quadrimotori americani Liberator sganciarono su Viterbo 90 tonnellate di bombe. I morti accertati furono un centinaio, qualche centinaio di feriti. Le bombe caddero sopra la stazione ferroviaria di Porta Fiorentina e sopra quella della ferrovia elettrificata Roma Nord, l’autostazione autolinee Garbini.
I danni furono ingenti, anche il patrimonio artistico subì grossi danni, le case le chiese i palazzi portano ancora impresse le ferite subite.
“Vede Signorì, la guerra è una gran brutta cosa, ti rompe dentro oltre che fuori. L’uomo però non ricorda, ha la memoria breve, si lascia distrarre presto. La guerra, la guerra, la guerra…mai più!”.
La foto è tratta dal sito www.viterboinrete.it