Le notti infuocate nel letto del papa e Giulia Farnese.

Un vagito si udì nel castello di Capodimonte, ancora una volta la vita si faceva sentire in tutta la sua potenza. Il Signore di Montalto di Castro, Pier Luigi I Farnese, alzò gli occhi al cielo per ringraziare Dio e corse nella stanza di madonna Giovannella Caetani. Tra le braccia di una balia si trovava colei che per tutti sarebbe stata poi Giulia la Bella.

Giulia Farnese, quando fu in età da marito – un’età che arrivava molto presto a quei tempi – dovette piegarsi ad un matrimonio di interesse, suo fratello Alessandro, infatti, aveva bisogno di agganci buoni a Roma per far carriera, ed arrivare poi dove in verità arrivò, i Sacri Palazzi romani, non come semplice inviato, ma come Papa!

Lo stupore e il disgusto deve aver attanagliato lo stomaco della poverina quando le mostrarono il suo promesso sposo, Orsino Orsini. Certo il giovane rampollo era sì un ottimo partito, ma tutto si poteva dire di lui fuorché madonna beltà lo accompagnasse, egli era infatti: cieco da un occhio, claudicante e anche un po’ ricurvo, e i soliti ben informati affermavano che fosse anche un pochettino schivo e poco simpatico.

La madre di Orsino però, Adriana de Mita, era molto vicina a Rodrigo Borgia, papa Alessandro VI e questo agli occhi dei Farnese lo rendeva il candidato perfetto.

Si narra che il Borgia già da Cardinale avesse messo gli occhi addosso alla bella Giulia, egli cinquantasettenne, di giorno lodava la Vergine e di notte accarezzava la Venere, e come ogni innamorato, dall’alto del suo soglio pontificio, fece di tutto per tenerla a Roma presso le sue Sacre Stanze. Inutili furono le lettere del povero Orsino che minacciava anche di togliersi la vita se la moglie non fosse tornata a Bassanello, ma il papa fece orecchie da mercante.

Donna Mita, saggia e lungimirante fece sì che il suo rampollo, cornificato, ma felice, ottenesse il feudo di #Carbognano.

Nel 1500 una trave del tetto tuttavia cadde su Orsino mentre lui era nel letto, da solo naturalmente, i soliti ben informati affermarono che la ramificazione cornea ne fosse stata la causa, fatto sta che la “Sponsa Christi” rimase vedova. Con grande abilità già prima della morte del marito era riuscita ad allontanarsi dalle grinfie papali e si ritirò a Carbognano, dove nel 1506 sposò, questa volta per amore, Giovanni Capece Bozzuto, nobile napoletano.

Nel palazzo di Carbognano si può ammirare un ciclo pittorico raffigurante delle dame con gli unicorni, un’opera davvero emblematica con motivi a grottesche, dove fanno bella mostra i tre stemmi della famiglia: i Caetani, i Farnese e i Della Rovere.

Anonimo

Scritto da:

Nadia Proietti

Salve, il mio professore di storia ripeteva sempre che lo storico studia i documenti, senza interpretare
e senza romanzare, ecco come mi comporto io: prendo i fatti storici, spesso dai documenti, aggiungo
dei personaggi, una storia verosimile e voilà ecco come nasce ogni mio racconto.
Chi sono? Mi chiamo Nadia sono laureata con lode in Filologia Moderna, ho all'attivo un Master in materie letterarie, un Corso di Alta Formazione in Storytelling, docente di lettere precario. Oltre ai titoli sono madre di due figli, appassionata di storia moderna in particolare in storia dell'Europa
dell'Est, pessima casalinga, ma buona padrona di casa.