La nostra provincia conserva ancora angoli miracolosamente sfuggiti al cemento, al frastuono e al caos della modernità. Luoghi incantati dove il tempo si è fermato, e la natura si rivela ancora selvaggia e innocente, pronta a ricaricare le nostre batterie in riserva dopo giornate trascorse nello stress.
Luoghi come il bellissimo lago di Mezzano, sconosciuto ai più, ai confini con la provincia di Grosseto. Piccolo, rotondo, vulcanico, privo di strade asfaltate, privo di scarichi inquinanti. Ci si arriva solo a piedi, costeggiando i fitti canneti ricchi di uccelli selvatici.
Intorno la pace dei fitti boschi, che celano le rovine del castello longobardo di Mezzano, distrutto alla metà del 1300. Una leggenda narra che in questo castello venisse rinchiusa la nobildonna senese Pia de’ Tolomei, accusata falsamente di adulterio dal marito e da lui uccisa, figura ricordata da Dante nel V canto del Purgatorio (“”Ricorditi di me, che son la Pia / Siena mi fé, disfecemi Maremma…”).
Poco distante dal lago si può ammirare un vero e proprio prodigio naturale: una colossale quercia alta 25 metri, con una circonferenza di base di 5 metri, la cui età si stima di oltre trecento anni: uno degli alberi più antichi del Lazio, dichiarato monumento naturale dal WWF.
Il lago di Mezzano è natura incontaminata, ma anche preistoria: nel 1972 vennero rinvenuti a poca profondità i resti di un importante villaggio su palafitte risalente all’Età del Bronzo, che restituì ceramiche, bronzi e oggetti in legno. Alcuni reperti ritrovati nel lago fecero pensare che il luogo fosse anche adibito al culto: furono rinvenute infatti anche due spade in bronzo dorato in perfette condizioni, non adatte all’offesa ma con funzione rituale. Le spade e gli altri eccezionali oggetti ritrovati nel lago di Mezzano sono esposti al bellissimo Museo della Preistoria della Tuscia a Valentano.
Il lago invece si trova nel territorio del comune di Valentano, e a pochi chilometri da Latera. Che aspettiamo ad andarci?
La foto è di Marco Scataglini