È un primo maggio insolito quello che stiamo vivendo quest’anno.
Non ci sono fiori a decorare le vie della nostra bella città, non c’è il profumo delle caldarroste a scaldarci il cuore, non c’è quella musica che allieta lo spirito, non ci sono gli schiamazzi dei bambini per le strade, non ci sono i vecchietti che si affacciano alle finestre del centro storico per vedere la gente che passa lì sotto.
In questi giorni per le vie di Viterbo incontriamo solo silenzio, apprensione e nervosismo.
Dove sono finiti i colori caldi della Tuscia? Dov’è quell’euforia diffusa che inaugura la bella stagione? Dove sono le bolle di sapone da scoppiare prima che volino troppo in alto?
La risposta sembra essere una sola: il Signor Covid-19, dall’alto della sua arroganza e presunzione, si è portato via tutto, affamato di vita e di popolarità …
Ma riflettiamoci un attimo … le cose stanno davvero così?
Davvero non possiamo mettere fiori ai balconi delle nostre case e dare note di colore al grigio peperino del centro storico? Davvero non possiamo cucinare una torta lasciando la finestra aperta cosicché il profumo di cioccolato inebri i nasi dei vicini? Davvero non possiamo prendere un qualsiasi strumento in mano e strimpellare quattro note sul balcone? Davvero i bambini non possono disegnare stelle, fiori e cuoricini sulle mascherine?
E allora, se nel giorno della festa dei lavoratori siamo consapevoli che il Signor Covid-19 non ne vuol sapere di riposarsi e di prendersi un giorno di ferie, facciamolo noi. Godiamoci questa giornata di festa casalinga e facciamo un bel respiro profondo, che mai come ora avremo la possibilità di capire quanto è bello respirare a pieni polmoni.
Buon primo maggio amici lavoratori di RaccontiAmo Viterbo!