Ci sono cose che abbiamo sott’occhio tutti i giorni, e proprio per questo finiamo per non vederle nemmeno più. Parliamo di piazze, fontane, palazzi della nostra città, che troppo spesso diventano soltanto sfondo per il traffico, il tran tran e la routine giornaliera. Ed è un peccato, perché basta trovarcisi un giorno per un motivo qualunque e vedere le reazioni ammirate dei turisti in visita, per dire: “Ah però, in effetti questa nostra città è proprio bella!”. E non solo, è ricca di spunti e di curiosità che molto spesso nemmeno i viterbesi conoscono.
Oggi ragazzi andremo in piazza del Plebiscito, che ogni viterbese conosce però come piazza del Comune, e visiteremo Palazzo dei Priori: sì, proprio la sede della nostra amministrazione comunale, teatro di turbolente sedute consiliari. Ma non è questa la sede per parlare delle travagliate vicende politiche di Viterbo: a noi interessano la bellezza e la curiosità, e di queste parleremo.
Il Palazzo ci offre una facciata di tipo rinascimentale, ma la sua realizzazione risale alla metà del Duecento, quando Viterbo era diventata sede papale e aveva bisogno di una sorta di “salotto buono” dove ospitare le autorità.
?La prima curiosità che abbiamo scoperto è che il Palazzo sorge nel luogo in cui un tempo si trovava un cimitero, e precisamente quello della chiesa di Sant’Angelo.
Una delle finestre che si affacciano sulla piazza, la seconda da destra per chi guarda il Palazzo, ha una particolarità: offre la migliore visione possibile di via Cavour, quella da cui il 3 settembre di ogni anno scende la Macchina di Santa Rosa. Per questo motivo vi prendono posto per l’occasione gli ospiti più illustri.
Ed ecco la seconda curiosità ?: quando vengono i Papi in visita per assistere al Trasporto e prendono posto presso tale finestra, per l’occasione ne viene smontata la colonnina in pietra che ne divide in due lo spazio, per offrire maggiore visibilità.
Passando dal cortile e salendo le scale ci si trova in una serie di bellissime sale affrescate. Nel Cinquecento ci si era ritrovati infatti con un palazzo bello, sì, ma un po’ spoglio. Così si diede inizio alla decorazione pittorica. La Sala Regia è un tripudio di affreschi, che raffigurano personaggi legati alla storia della città e alla mitologia, e carte geografiche del tempo. A due angoli fa capolino un trompe-l’-oeil, un curioso omino a grandezza naturale, nell’atto di aprire una porta. A realizzare gli affreschi il pittore Baldassarre Croce, mentre al collega Tarquinio Ligustri fu affidata la realizzazione del soffitto.
Ed ecco la terza curiosità, quella che con ogni probabilità state aspettando con ansia ???. Ligustri vi raffigurò trentatré castelli che al tempo facevano parte dei possedimenti di Viterbo, i cui nomi sono scritti direttamente nel riquadro. In uno dei riquadri è raffigurato il castello di Orchi (che pensiamo possa essere Norchia, o forse Vitorchiano), immerso in un sereno paesaggio campestre. Sotto un albero vi è ritratta una coppia di amanti…particolarmente appassionati! Non ci credete? Non vi resta che visitare la Sala Regia e scoprire in quale riquadro si trova!