Come accade per ogni città molto antica, nel corso dei secoli sono nate leggende che andavano a spiegare la natura di fenomeni, luoghi e simboli di Viterbo.
Le calde sorgenti sulfuree del Bullicame rappresentavano un mistero per la gente semplice del passato. Era nata così la leggenda del “Cavallo Animoso”, secondo la quale uno dei fieri e luminosi cavalli che trainavano il carro del Sole era accidentalmente caduto nella sorgente. Malgrado i suoi tentativi, l’animale non riusciva a riemergere. Infuriato perché destinato ormai a rimanere sotto terra, l’indomabile cavallo cominciò ad emettere una bava calda e spumeggiante, cioè la schiuma dell’acqua termale che ancora oggi sgorga alla temperatura di circa 60° centigradi.
Già gli antichi Romani credevano nelle proprietà terapeutiche della schiuma del cavallo. Per il popolino viterbese fu facile pensare che un’acqua così portentosa non potesse che essere prodotta da un cavallo di origine divina.
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