Voci sommesse si rincorrono da decenni nel borgo di Marta: c’è chi dice di vedere il suo spettro aleggiare sugli scogli nelle notti di luna piena, chi giura di sentire l’eco delle sue urla strazianti provenire dall’isola al centro del lago di Bolsena, chi dice che sia stata sepolta in una mitica carrozza d’oro, mai rinvenuta … comunque sia, in mezzo a tutte queste storie, una cosa è certa: nel 535 d.C. Amalasunta, Regina dei Goti, è stata prima imprigionata e poi ammazzata nell’isola Martana, molto probabilmente dal marito Teodato.
Leggenda vuole che egli fosse estremamente geloso della presunta relazione passionale che la moglie aveva con il guardiano dell’isola, il pescatore Tomao, che attraverso un tunnel sotterraneo giungeva dalla sua amata regina e la teneva in contatto con gli abitanti di Marta.
In realtà quello che la regina percorreva non era un tunnel, ma una vera e propria strada che collegava l’isola alla terraferma, come hanno testimoniato recenti rilevamenti subacquei, poiché anticamente il livello delle acque del lago era molto più basso rispetto a quello attuale.
Ma c’è dell’altro: oggi a Marta, in via Amalasunta 106, una targa riporta la dicitura “Casa di Tomao”, in memoria dell’uomo che faceva da tramite tra la regina e gli abitanti del borgo.
Che quella tra Tomao e Amalasunta sia stata una vera storia d’amore non è documentato da nessuna parte, vive solo nella cultura popolare degli abitanti di Marta … ma poi si sa, ogni leggenda ha sempre anche un minimo fondo di verità e a noi piace pensare che sia così.
Le foto sono tratte dai siti www.twitter.com, meteomarta.altervista.org, lungolagocapodimonte.it