In quel frangente di storia in cui regna l’oblio, secoli e secoli prima che gli Etruschi civilizzassero la nostra terra, approdò sulle coste laziali e toscane il popolo dei “Giganti del mare”, così noti per la loro eccezionale statura fisica (oltre 2 metri) e per le loro straordinarie conoscenze, prima tra tutte l’arte della metallurgia, che contribuì al poderoso sviluppo della Tuscia.
Chi saremmo noi oggi senza la cultura rinaldoniana? E se gli Etruschi in realtà fossero soltanto l’ultimo baluardo di questa misteriosa civiltà?
La prima necropoli dei Rinaldoniani venne rinvenuta in una località denominata Rinaldone (da cui poi il nome che gli archeologi hanno attribuito alla civiltà), non lontana da Viterbo. Il “popolo che venne dal mare” fu uno dei primi a scavare sepolcri rupestri: l’eccezionalità delle loro tombe risiede nel vasto corredo di oggetti in metallo rinvenuto all’interno, soprattutto in rame, il primo ad essere forgiato.
Non cessa mai di stupire la rete di siti orientati secondo il moto solare e lunare; un’ulteriore prova del fatto che i Rinaldoniani erano abili conoscitori della misurazione del tempo e profondamente devoti al culto astrale sono i templi astronomici, complessi megalitici non lontani dal fascino di Stonehenge.
Questo è più o meno tutto quello che sappiamo.
A questo punto un dubbio sorge spontaneo: perché nessuno parla della civiltà progenitrice degli Etruschi? Perché nei libri di storia si fa solo un vago accenno a quei duemila anni che precedettero l’avvento della nostra era? Perché, se gli Etruschi sono la civiltà del mistero, i Rinaldoniani sono la civiltà dell’oblio? Eppure, ne parla anche la Bibbia.
La foto è tratta dal sito www.etruscancorner.com