Quando un cassettino della memoria si apre inevitabilmente innesca una serie di reazioni a catena. Stavolta a far scattare la serratura è stato un odore. L’odore dei meloni e della frutta di stagione, l’odore che nella mia testa di bambina ricorda Viterbo. Sì, proprio Viterbo! Penserete a questo punto che mi sto confondendo con altri luoghi, penserete che gli odori e i profumi da me evocati potevo averli sentiti anche altrove, forse nella campagna maremmana, invece no!
Partivamo da Orte a bordo della Fiat 127, direzione Viterbo, passavamo per Bassano in Teverina e poi via via fino ad arrivare a Bagnaia. Lì era d’obbligo prendere un panino, come se il viaggio fosse durato ore ed ore, in un piccolo negozio proprio posto sulla strada. Non ho più neanche controllato se esiste ancora, ma era lì ad aspettare noi con la macchina affettatrice di colore rosso a manovella e la grande mortadella dall’odore inebriante e le fette di pane. Ricordo che quel pane era diverso da quello venduto da noi, più morbido, più profumato e aveva il sapore dell’avventura.
Poi avanti verso la Quercia. Con il naso schiacciato sul finestrino aspettavo che i miei occhi fossero rapiti dalla grande chiesa, quella con le “colonne solitarie”, così chiamavo le due colonne poste sul Sacrato. All’imbocco di Viale Trieste c’era una grande casa in stile Liberty, per quanto mi sforzi non riesco a ricordare se è ancora lì, o è rimasta solo nella mia giovane mente.
Poi ecco, l’odore dei meloni o delle arance, l’odore che accoglieva chiunque passasse per la strada che noi “forestieri” chiamavano, qualcuno ancora la chiama così, “Le sbarre”, a poca distanza dalla stazione di Porta Fiorentina. Lì c’erano i mercati generali della frutta, casse su casse di frutta e verdura che emanavano quell’odore tipico, l’odore della “mia” Viterbo, l’odore dei miei primi “viaggi” viterbesi.
La settimana scorsa sono passata di nuovo per Viale Trieste, giunta nei presi dell’incrocio ho avuto la sensazione che mi fossi dimenticata di salutare un amico, una sensazione che nel corso degli anni tutti abbiamo provato, quel richiamo dei ricordi, quella voce silenziosa che ci fa girare. L’odore non si sente più.
I mercati Generali hanno lasciato Viterbo, mi sono informata, voi lo sapevate già, ma chiedo venia, sono forestiera. La struttura è ancora lì a ricordare il suo passato, ma l’odore della mia infanzia è svanito per sempre, l’odore che mi faceva gridare “siamo arrivati!”
La foto è tratta dal sito www.spaziindecisi.it