Una cattedrale immensa, una piazza di straordinaria bellezza e una delle vie più calpestate del centro storico: così nel corso dei secoli la città di Viterbo ha omaggiato il suo patrono, e questa sera torna a farlo con una celebrazione solenne nella cattedrale omonima.
Ma chi era questo santo a cui sono state dedicate fiumi di parole e di opere d’arte?
Che collegamento c’è con le stelle? Conosciamo la storia del patrono della nostra città?
Lorenzo era uno dei sette diaconi di Roma, noto perlopiù per il suo martirio, avvenuto il 10 agosto 258. All’inizio di quell’anno infatti l’imperatore Valeriano aveva emanato un editto secondo il quale tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi dovessero essere messi a morte, e così avvenne. All’età di 33 anni, Lorenzo venne arso vivo sulla graticola e le stelle che oggi ingenuamente celebriamo non sono altro che il ricordo delle lacrime che il Santo versò durante la sua agonia oppure, secondo un’altra versione, esse rimandano ai carboni ardenti che gli ustionarono irreversibilmente il corpo.
La tradizione delle stelle è poi associata alla figura del Santo perché in questi giorni la Terra passa attraverso lo sciame delle Perseidi, meteore, dette anche “stelle cadenti” nel gergo popolare. E ancora la leggenda vuole che vedendo una stella cadente si esprima un desiderio perché in realtà si sta chiedendo una “grazia” al Santo, proprio per non dimenticare il suo martirio.
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
(X agosto, Giovanni Pascoli)
Nella foto il “Martirio di San Lorenzo” di Tiziano, olio su tela.