Capodimonte sorge su una virgola di lava sulla sponda meridionale del lago di Bolsena. Il centro storico si fonde mirabilmente con il paesaggio circostante: le acque azzurre, le isole sullo sfondo, il rigoglio dei giardini e dei boschi in lontananza: anche nei mesi invernali il piccolo centro della Tuscia conserva intatto il suo fascino secolare. E di notte, luci misteriose occhieggiano dal fondale del lago, non molto distante dalle pendici della possente Rocca che domina l’abitato…

Già gli Etruschi avevano scelto di abitare in questo piccolo Eden, che nel Medioevo diventò una vera e propria comunità, chiamata Castrum Capit Montis. Ma fu con l’avvento della famiglia Farnese che Capodimonte conobbe un periodo di vero e proprio splendore: arrivarono e vi soggiornarono artisti, letterati e numerosi papi, come Enea Silvio Piccolomini, papa Pio II, grande estimatore della Tuscia, che nel 1462 descrisse così la bellezza del borgo:

 Da tre lati è lambito dal lago, sul quarto è protetto da un fossato e da una rocca assi bene fortificata… La scarpata, nei punti in cui non ci sono rocce di selce, è piantata a vite ed alberi da frutta. C’è un viottolo che scende, quasi una scalinata, sino al lago e qui, fra pietre irregolari e scogli dirupati crescono parecchi lecci sempreverdi, che formano un boschetto molto gradito ai tordi… Dalla rupe parte un viale, che si estende per oltre un miglio sull’orlo del lago e, fiancheggiato da altissimi pioppi, offre al passeggero nell’estate ombre soprammodo deliziose e tranquille.

Altri illustri pontefici soggiornarono ospiti dei Farnese nella possente Rocca, immergendosi nella natura incontaminata e nella pace del luogo: Alessandro VI, cioè Rodrigo Borgia, Giulio II Della Rovere, Leone X figlio di Lorenzo il Magnifico. Nel 1578 papa Gregorio XIII compì la traversata da Capodimonte a Marta su una tipica imbarcazione locale. Al termine espresse un messaggio di pace e di fratellanza, e benedisse le popolazioni che si affacciavano sul lago e che da esso traevano il loro sostentamento.

Nel 1992, a distanza di oltre quattro secoli, qualcuno ha raccolto e rinnovato il messaggio di pace di papa Gregorio, creando a Capodimonte un suggestivo Presepe Subacqueo. Alle pendici della Rocca Farnese, in un punto tranquillo del lago, i sommozzatori dei Vigili del Fuoco hanno inabissato tre statue a grandezza naturale che rappresentano la Natività ad una profondità di circa sette metri. Il Presepe è stato illuminato da un sapiente gioco di luci, e dieci anni dopo si è arricchito di una magnifica stella cometa, lunga oltre ventisette metri, con trentaduemila luci a led, che fa brillare di una luce misteriosa e suggestiva l’intera scena. Non tutti sanno che quella di Capodimonte è la stella cometa subacquea più grande che esista al mondo.

Foto di Pierluigi Manetti

Il Presepe resta acceso tutto l’anno ed è meta di sub provenienti da tutta Italia, che si immergono per ammirarlo da vicino. Per tutti gli altri sono stati realizzati comodi camminamenti da percorrere fino al punto in cui è visibile, a partire dall’imbrunire. Soprattutto in questi giorni, in cui si comincia ad avvertire l’atmosfera del Natale in arrivo, sono in molti a recarsi a Capodimonte ad ammirare la Natività subacquea. E quest’anno, ancora in piena pandemia, lo smarrimento, lo sconforto, la pressione ci fanno sentire come se fossimo anche noi sott’acqua. Ma sott’acqua si può ammirare la luce di una Natività serena, e con essa il senso di speranza che non ci deve mai abbandonare.   

Foto tratta dal sito www.ontuscia.it

Anonimo

Scritto da:

Donatella Agostini

Imparare cose nuove è il mio filo conduttore, darmi sempre nuovi obiettivi la mia caratteristica fondamentale. Valorizzare la terra in cui vivo è il mio progetto attuale.