Faceva freddo quella notte a Betlemme; chissà, magari nevicava pure.
C’era un bambino, ancora al calduccio nella pancia della sua mamma, che non vedeva l’ora di nascere. C’era una ragazza povera, che cercava disperatamente un posto in cui dare alla luce suo figlio. C’era un uomo, che stringeva forte la mano della moglie per darle coraggio. E c’erano un asino ed un bue, che avevano da offrire solo il loro calore corporeo.
Oggi, a più di 2000 anni di distanza, c’è un piccolo borgo della Tuscia, definito dalla maggior parte delle persone “la città che muore”, ma vivo più che mai, che ricrea con amore e dedizione il primo Natale, mettendo scrupolosamente in scena gli eventi che tanti anni fa coinvolsero quell’ umile famiglia di Nazareth.
Civita di Bagnoregio, che già di per sé è uno dei luoghi più suggestivi ed emozionanti in cui un turista possa trovarsi, ospita ogni anno uno dei presepi viventi più belli d’Italia. Ad animare le intricate vie del borgo vi sono falegnami e scalpellini, pecore e pastorelli, artigiani di ogni sorta e fedeli animaletti; non mancano ovviamente la Natività, i Re Magi e il tanto temuto re Erode.
Luci soffuse e focolai di calore accompagnano il visitatore in una cornice unica al mondo, in grado di far rivivere atmosfere e sensazioni indimenticabili.
E allora, se è vero che la storia si ripete, anche se quest’anno ci auguriamo di no, per questa volta concediamoci il privilegio di lasciarglielo fare, di lasciarci incantare da quella bolla di eterno presente che questo Natale ha da offrirci; tanto, per cercare di correggere gli errori del passato o quantomeno per evitare di ripeterli, abbiamo tutto il resto dell’anno.
Foto tratte dai siti: image.jimcdn.com, www.latuaetruria.it, www.etruriaoggi.it.
N.B: Il seguente articolo è solo un omaggio al bellissimo presepe che Civita di Bagnoregio mette in scena ogni Natale. Purtroppo quest’anno l’evento NON si terrà, come da normativa vigente per il contenimento della diffusione del Covid-19.